Interventi in laparoscopia

Come ottenere un risarcimento nei casi di errore medico in laparoscopia

La laparoscopia è una tecnica chirurgica che consente di effettuare interventi all’interno dell’addome del paziente, senza ricorrere alle tradizionali e più estese incisioni tramite bisturi.
Il chirurgo inserisce uno strumento ottico, chiamato laparoscopio, attraverso l’ombelico, insieme ad altri strumenti operatori (come pinze, forbici, bisturi elettrici, aspiratori, ecc.) con cui vengono effettuate manovre di manipolazione, sutura, dissezione e asportazione.
Per quanto numerosi siano i vantaggi di un’operazione effettuata con tecniche laparoscopiche, eventuali errori medici possono verificarsi sia durante l’intervento che in fase post-operatoria e creare dei presupposti per richiedere il risarcimento del danno da parte del paziente.
Le principali cause di danno al paziente, o di mortalità dello stesso, sono correlate alla diagnosi precoce.
Nel circa 70% dei casi la diagnosi è intraoperatoria o avviene entro le 24h dall’intervento. Una diagnosi precoce, riesce a contrastare evenienze sfavorevoli e consente di intervenire al più presto per stabilire una prognosi favorevole.
Nel restante 30% dei casi, purtroppo, la diagnosi può essere tardiva e l’errore medico avere conseguenze irreversibili per il paziente:

  • Il chirurgo può non accorgersi del danno da errore medico causato dall’intervento durante o dopo l’operazione (mancata diagnosi)
  • L’equipe medica non interviene prontamente nella risoluzione del danno, anche se la diagnosi è avvenuta
  • Il paziente non viene controllato adeguatamente nel post-operatorio

In Italia, in media, il 38,5% degli interventi viene eseguito facendo ricorso a tecniche laparoscopiche, contro un restante 61,5% di interventi eseguiti secondo la tradizionale laparotomia. Queste percentuali cambiano notevolmente a seconda delle regioni: al Nord della penisola (soprattutto in Veneto, Lombardia, Valle d’Aosta) le operazioni in laparoscopia sono molto più diffuse che al Sud (Sicilia, Campania e Calabria hanno le percentuali minori).
Il termine laparoscopia, deriva dal greco antico, da “laparo” (addome) e “scopia” (osservazione), e vuol dire letteralmente “guardare nell’addome”. Lo strumento utilizzato è infatti un tubo molto sottile, collegato ad una telecamera, che consente di visualizzare su un monitor le immagini interne dell’addome, in modo che il chirurgo possa operare con gli altri strumenti a disposizione, attraverso piccole incisioni (per un massimo di 4). Il grande vantaggio di questa innovativa tecnica chirurgica, è la riduzione dell’impatto sul paziente e delle conseguenze a lungo termine di un’operazione tradizionale, ottimizzando l’efficacia clinica e ottenendo migliori risultati estetici.
LE TIPOLOGIE DI INTERVENTO IN LAPAROSCOPIA
Grazie all’avanzamento tecnico degli strumenti impiegati, la chirurgia laparoscopica si è ampiamente diffusa negli ultimi anni.
Potenzialmente, tutti gli interventi di chirurgia generale si possono eseguire attraverso tecniche laparoscopiche, compatibilmente con lo stato e le controindicazioni della patologia e del paziente.
I tipi di intervento maggiormente eseguiti per via laparoscopica, sono principalmente relativi alle seguenti specializzazioni:

  • Chirurgia generale
  • Urologia
  • Ostetricia e ginecologia

Chirurgia generale
1) Colecistectomia: il più eseguito in via laparoscopica, che consiste nella rimozione della colecisti affetta da calcoli
2) Appendicectomia: ovvero l’asportazione chirurgica dell’appendice
3) Resezioni coliche o del retto: ovvero le asportazioni di porzioni di colon retto (emicolectomia destra e sinistra), o colectomie totali, ovvero la rimozione dell’intero colon
4) Coledocotomia e anastomosi coledoco o epatico-intestinali: ovvero l’asportazione del coledoco e il successivo abboccamento delle vie epatico-intestinali
5) Duodenocefaloprancreasectomia: l’intervento più complesso della chirurgia addominale, che consiste nell’asportazione del pancreas unitamente al duodeno, al coledoco, e alla cistifellea
Urologia
1) Prostatectomia radicale: asportazione della prostata e delle vescicole seminali
2) Nefroureterectomia: asportazione del rene e dell’uretere affetto da patologia neoplastica
Ostetricia e ginecologia
1) Istero-annessiectomie: ovvero asportazione dell’utero e degli organi annessi (ovaie e tube)
2) Ovariectomie: asportazione delle ovaie
3) Interventi per endometriosi: ovvero la rimozione di tessuto endometriale cresciuto fuori dall’utero e le aderenze tra i vari organi annessi
I RISCHI DEGLI INTERVENTI IN LAPAROSCOPIA
Gli interventi in laparoscopia, sebbene meno invasivi e con molti vantaggi sia per il paziente che per le strutture ospedaliere, presentano una serie di rischi da tenere in considerazione.
Oltre alle problematiche e criticità specifiche connesse ad ogni singolo intervento, si possono presentare una serie di complicazioni ed eventi avversi legati alla tecnica in generale.
Le complicanze generali più diffuse che si sono riscontrate in interventi in laparoscopia, sono dovute a:

  • Introduzione dei trocar: a causa di traumatismi provocati dall’ago di Veress (quello che introduce l’anidride carbonica all’inizio dell’intervento che può causare ipercapnia) o relative a lesioni viscerali o vascolari, lesioni dei vasi epigastrici ed epatiche, che portano a emorragie maggiori (lesione dell’arteria cistica, della via biliare, ecc.)
  • Uso del bisturi elettrico: che determina la formazione di una porzione di tessuto andato in necrosi (escara) che dopo circa 3 o 4 giorni, cade determinando la perforazione della parete, spesso causata dallo scollamento incontrollato di aderenze viscero-parietali e viscero-viscerali
  • Emorragie maggiori: sia intraoperatorie, determinate da una lesione durante l’intervento, sia le già citate emorragie provocate dall’introduzione dei trocar, in particolare le lesioni delle arterie epigastriche, che decorrono all’interno della parete addominale o lesioni aorto-cavali o iliache, estremamente pericolose e più frequenti in soggetti magri o con lordosi alla colonna

Queste complicanze performative si attestano tra lo 0,13 e lo 0,22% in totale. Il piccolo intestino è l’organo più colpito, seguito dal colon-retto (con un 70% di complicazioni).
Ci sono dieci anni di tempo per richiedere il risarcimento del danno subito a causa di un errato intervento in laparoscopia.
Se ritieni di esserne stato vittima, ti invitiamo a contattare lo Studio Legale Sgromo. I nostri professionisti saranno a tua disposizione per aiutarti ad avere giustizia.